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La Storia di Cameri – Introduzione

Circolo del 53

di Renzo Sacchetti

INTRODUZIONE

L’aeroporto di Cameri ha origine in quel 1909 che a tutti gli effetti è l’anno di nascita dell’aviazione italiana. L’aeronautica, intesa come il volo con il “più leggero dell’aria”, in Italia inizia nel 1783 e per oltre un secolo è limitata ad attività con aerostati, mentre il dirigibile appare solo nei primi anni del Novecento. Invece, la nuova tecnica dell’aviazione, con i suoi aeroplani, i “più pesanti dell’aria”, prende le mosse nel momento storico che vede lo sviluppo del motore a combustione, applicato soprattutto ai mezzi di locomozione. Ed è subito un susseguirsi di iniziative.

Il monoplano Gabardini (la famosa “Gabarda”) e il caccia multiruolo Eurofighter 2000 Typhoon – qui fianco a fianco a beneficio di una rete televisiva locale nel 2013 – sono una sintesi ideale di storia e attualità degli oltre 100 anni di vita dell’Aeroporto di Cameri.

Ai pionieri servono spazi su cui compiere i loro esperimenti di aviazione e cominciare l’apprendimento del pilotaggio. Ecco che, all’inizio, qualunque spianata, prato, piazza d’armi o ippodromo che sia, può essere utile allo scopo, ma ben presto questo non è più sufficiente.

Oltre al terreno e a spazi idonei, servono infrastrutture e organizzazione ed è a questo punto che un gruppo di appassionati d’aviazione e imprenditori individua nella brughiera di Cameri il luogo idoneo per impiantarvi un aerodromo. Qui si insedia la AVIS, filiale italiana della fabbrica di aeroplani francese Voisin, che inaugura anche la Prima Scuola Italiana di Aviazione. Con il successivo arrivo della Aeroplani Gabardini, l’Aerodromo di Cameri vive, negli anni che sono a cavallo della 1ª Guerra Mondiale, momenti di grande splendore e acquista notorietà internazionale.

Aerodromo, campo di aviazione, base aerea o aeroporto che sia, Cameri diventa una delle pagine fondamentali della storia aeronautica italiana: sarà scuola di pilotaggio, fabbrica di aeroplani, aeroporto civile e militare, centro di aviazione sportiva, sede di reparti da bombardamento e di alianti d’assalto, ma subirà anche l’occupazione tedesca e l’abbandono. Da autentica fenice, però, risorgerà per essere base di jet della difesa aerea, della pattuglia acrobatica nazionale, polo di eccellenza tecnica dei principali velivoli da combattimento dell’Aeronautica dei nostri giorni, nonché sede privilegiata di sperimentazione di uno dei più avanzati programmi aeronautici del suo tempo.

Nel 1909 sorgono, nell’ordine, i campi di volo di Centocelle, Montichiari, Bovolenta e infine Cameri, che pur tra alti e bassi è l’unico rimasto in attività da allora. Ma, rispetto ai suoi predecessori, Cameri può essere inteso come il primo aeroporto italiano concepito come tale fin dall’origine, dotato cioè di quelle infrastrutture e servizi che da lì in poi caratterizzano una simile installazione. Non si tratta, naturalmente, di voler ricercare un primato a tutti i costi, ma semplicemente di comprendere al meglio l’evoluzione dell’aviazione italiana ai suoi esordi e a questo proposito vale la pena ricordare le parole del Col. Gian Mario Morresi in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dell’installazione di Cameri: “La ricerca di quale fu effettivamente il primo tra gli aeroporti italiani è compito degli storici; in qualità di Comandante dell’Aeroporto preferisco non avventurarmi su questo sentiero che porterebbe alla ricerca di un primato che, forse, alla fine si rivelerebbe meno significativo del previsto. Posso, invece, senza timore di smentita, definire Cameri come “culla” dell’aviazione italiana”.

Il piccolo hangar in muratura costruito dall’Aero Club Novara intorno al 1950 e oggi riutilizzato come sala briefing multimediale ricorda la ripresa dell’attività di volo dopo la 2ª Guerra Mondiale, su un aeroporto ancora devastato dalle distruzioni operate dalle truppe tedesche in ritirata e in stato di pressoché totale abbandono. Sullo sfondo si vede la Palazzina Comando, ufficialmente inaugurata il 18 maggio 1939 alla presenza del Capo del Governo, Benito Mussolini, mentre sulla destra c’è l’F-104G collocato a monumento in occasione del 50° anniversario del 53° Stormo nel 1987. Il velivolo è dipinto con una livrea tigrata, per rappresentare lo spirito del 21° Gruppo Caccia Intercettori Ognitempo “Tigri”.

Capitoli storici dell’Aeroporto di Cameri

1909 – 1915   Le origini e il periodo pionieristico

1915 – 1918   La 1ª Guerra Mondiale

1918 – 1940   Tra le due Guerre Mondiali

1940 – 1945   La 2ª Guerra Mondiale

1945 – 1999   La ricostruzione e le operazioni per la Difesa Aerea

1999 – OGGI   Da base operativa a grande polo tecnico e logistico

Referenze per la documentazione fotografica
Le immagini a corredo di queste pagine, compresi i Capitoli storici dell’Aeroporto di Cameri, sono state realizzate o provengono dagli archivi di:
AM/Centro Polifunzionale Velivoli Aerotattici, AM/Aeroporto di Cameri – Laboratorio Fotografico, AM/1° Reparto Manutenzione Velivoli, Cesare Airoldi, Giorgio Apostolo, Famiglia Cao, Giambattista Casarino, Famiglia Fasolini, Famiglia Guarnieri, Keele University – Air Photo Library, Luciano Lunelli, Isidoro Martignago, Letterio Meli, Francesco Nannoni, Vittorio Roscini, Renzo Sacchetti, Pietro Sacchi, SIAI – GLA, Achille Vigna, Piero Zangrandi.
Le elaborazioni grafiche di piante e viste aeree storiche dell’aeroporto sono di Franco F. Ferrario su ricerche storiche di Renzo Sacchetti.

A tutti i più sentiti ringraziamenti, nella consapevolezza che senza le vostre testimonianze e documentazioni la storia di Cameri così riscoperta non sarebbe stata possibile scriverla.

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