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La Storia di Cameri – 1940 – 1945 La Seconda Guerra Mondiale

Circolo del 53

di Renzo Sacchetti

La 2ª Guerra Mondiale lascia sostanzialmente indenne da attacchi e bombardamenti l’Aeroporto di Cameri. Ciò è soprattutto dovuto al fatto di trovarsi in una zona d’Italia non frequentemente soggetta a combattimenti, qual è il nord-ovest, oltre a non essere evidentemente considerato dalle forze aeree alleate un obiettivo di particolare rilevanza.
L’ingresso in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940 coincide con l’inizio dell’unico, breve periodo di operazioni belliche che vede impegnato Cameri e i bombardieri BR.20 del suo 43° Stormo, quello contro la Francia.

BR.20M del 43° Stormo sulle Alpi durante una missione sul fronte francese.
Presso la Cascina Picchetta si trovano ancora alcune di queste bombe da esercitazione in cemento da 250 chili che erano utilizzate dai bombardieri di stanza a Cameri.

Per poco più dei successivi tre anni il suo utilizzo è in pratica quello di aeroporto delle retrovie, dove i reparti di nuova formazione si possono costituire e addestrare in funzione di un primo impiego o quelli già esistenti vi vengono inviati al termine di un ciclo di operazioni per ricostituirsi e riaddestrarsi in preparazione del ciclo successivo. La partenza del 43° Stormo alla volta del Belgio per prendere parte alle operazioni contro la Gran Bretagna, lascia spazio al 7° Stormo Bombardamento che viene qui formato nell’ottobre 1940 e dotato anch’esso di BR.20. Nell’estate successiva lo Stormo viene riequipaggiato con i nuovi bombardieri SM.84 e alla fine dell’anno gli viene cambiato anche il ruolo, divenendo Aerosilurante. Ma è solo tra aprile e luglio del 1942 che inizia il suo impiego bellico, quando lascia Cameri per l’aeroporto siciliano di Sciacca.
Le strutture dell’aeroporto sono a questo punto messe a disposizione e anche incrementate in funzione della presenza di due dei quattro reparti che compongono il Reggimento d’Assalto “Duca Amedeo d’Aosta”, una grande unità di forze speciali della Regia Aeronautica originariamente destinata alla cosiddetta Esigenza C3, ovvero l’occupazione di Malta. La componente di volo del Reggimento si basa sugli alianti e sui relativi aerei da traino del 1° Nucleo Addestramento Volo Senza Motore, che all’inizio del 1943 riceve gli alianti d’assalto DFS 230 e Go 242 di provenienza tedesca. In aprile il 1° NAVSM si trasferisce a Orio al Serio.

Alianti del 1° NAVSM: un CAT BP da addestramento e, sulla destra, un DFS 230 da assalto. Quest’ultimo mantiene le insegne tedesche a causa di un contenzioso sul prezzo d’acquisto.

Di tutta l’organizzazione dedita all’istruzione al pilotaggio presente da sempre a Cameri, rimane la sola RUNA, che dal 1941 si occupa esclusivamente dell’addestramento premilitare per via del divieto di volo turistico.
Anche il comparto industriale vede un netto declino, in quanto la SIAI “Savoia Marchetti”, come conseguenza del pieno funzionamento del suo nuovo stabilimento con aeroporto di Vergiate, relega Cameri a deposito di aerei in attesa della consegna e, forse, a centro di manutenzione. Per contro, la CANSA lavora a pieno ritmo con le manutenzioni, soprattutto su BR.20 e CR.42 della Regia Aeronautica, ma dalla primavera del 1941 anche sugli Ju 87 – i famosi Stuka – che la Luftwaffe impiega nel settore del Mediterraneo. La produzione di nuovi velivoli è fondamentalmente limitata a piccole serie di addestratori CR.30B e C.5, in quanto alcune proposte della ditta, su iniziativa sua o in risposta a concorsi ministeriali, non hanno successo.

Attività alla CANSA, presso il Capannone 40: produzione di parti e linea di costruzione del biplano da addestramento C.5 nel 1940.
L’aeroporto nel 1942, con gli hangar mimetizzati. Sul campo è presente solo un bombardiere BR.20, mentre uno Ju 87 Stuka è in volo, evidentemente in collaudo dopo una manutenzione da parte della CANSA.

Tra la primavera e l’estate del 1943 passano brevemente da Cameri alcuni reparti di volo in ripiegamento da basi delle regioni centro-meridionali, già cadute in mano agli Alleati o minacciate dalla loro avanzata. L’armistizio con gli Alleati dell’8 settembre coglie a Cameri il 50° Gruppo Bombardamento, dotato di pochi Cant.Z.1007. Due giorni dopo l’aeroporto viene occupato dai tedeschi, che però lo utilizzano scarsamente, così come non è di alcun interesse per l’Aeronautica Nazionale Repubblicana, già ben attestata appena al di là del Ticino, a Lonate Pozzolo e Malpensa.

Cant.Z.1007bis del 50° Gruppo ripresi prima dell’arrivo a Cameri. Anche qui avviene una delle tante, drammatiche vicende conseguenti l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati dell’8 settembre 1943, quando proprio il Comandante del 50° Gruppo, Ten. Col. Alberto Ferrario, preferisce togliersi la vita piuttosto che consegnare l’aeroporto ai tedeschi.

Il limitato utilizzo durante l’occupazione tedesca si riflette anche sulla CANSA, che addirittura cessa definitivamente le attività aeronautiche per convertirsi agli autotrasporti.
Negli ultimi giorni di guerra, nell’aprile 1945, i tedeschi in ritirata provvedono a demolire sistematicamente tutte le infrastrutture dell’aeroporto; viene risparmiata solo la Palazzina Comando e anche la CANSA non è toccata. E’ però il preludio di un lungo periodo di distruzione e abbandono.

Piste di rullaggio in cemento e piazzole di parcheggio protette da terrapieni paraschegge, di forma a C e a U, in fase di realizzazione nei campi appena a nord dell’aeroporto nel maggio 1944. Queste opere sono eseguite da lavoratori locali reclutati e diretti dall’Organizzazione Todt durante l’occupazione tedesca. All’interno di alcuni di questi terrapieni è possibile vedere dei velivoli: non è noto quanto l’aeroporto sia stato utilizzato dalla Luftwaffe dopo la partenza nel dicembre 1943 degli Ju 88 del I/KG54 e inoltre fonti testimoniali riportano di una piuttosto diffusa presenza di aerei-civetta in legno.
Nella brughiera attorno all’aeroporto sopravvive ancora qualcuno dei terrapieni paraschegge voluti dai tedeschi e realizzati con la terra di risulta dello scavo di un fossato, che qui ancora si vede alla base del terrapieno.
Nell’ambito delle opere a favore del Comune di Lonate Pozzolo, durante il cantiere per la realizzazione di Malpensa 2000, viene recuperato nell’area del locale aeroporto (abbandonato dal 1945) questo parcheggio protetto da terrapieno, che può rendere bene l’idea di come dovesse presentarsi un’analoga struttura nel vicino aeroporto di Cameri. In questo caso, il parcheggio è pavimentato con quadrati in cemento, facilmente sostituibili se danneggiati da bombardamenti, ma di particolare importanza è la parete inclinata in cemento del terrapieno di fondo (sulla sinistra), molto probabilmente dovuta alle operazioni di aerei a reazione. I tedeschi, infatti, impiegano qualcuno dei loro rivoluzionari aerei di quel tipo sul fronte italiano.
Utilizzatori dell’Aeroporto di Cameri in questo periodo:
   
1940 – 1942RUNA (Reale Unione Nazionale Aeronautica) Novara
1940Regia Aeronautica / 43° Stormo Bombardamento Terrestre
1940 – 1944SIAI (Società Italiana Aeroplani Idrovolanti)
1940 – 1944CANSA (Costruzioni Aeronautiche Novaresi SA)
1940 – 1942Regia Aeronautica / 7° Stormo Bombardamento Terrestre
(poi Aerosilurante)
1942 – 1943Regia Aeronautica / Battaglione “Loreto”
1942 – 1943Regia Aeronautica / 1° Nucleo Addestramento Volo Senza Motore
1943Regia Aeronautica / 37° Stormo Bombardamento Terrestre
1943Regia Aeronautica / Scuola Volo Senza Visibilità
1943Regia Aeronautica / 50° Gruppo Bombardamento Terrestre
1943Luftwaffe / I./KG54 “Totenkopf”

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