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Comando Aeroporto Cameri – Le origini e la storia

Circolo del 53

Il Comando Aeroporto Cameri nasce contestualmente al collocamento in posizione quadro del 53° Stormo avvenuto il 28 luglio del 1999, subito dopo il trasferimento del 21° Gruppo “Caccia Intercettori Ognitempo” sulla base pugliese di Gioia del Colle già sede del 36° Stormo.

Primo stemma distintivo del Comando Aeroporto Cameri

Ciò che rimane dopo lo scioglimento del 53° Stormo è un ente complesso, ordinativamente organizzato ancora come uno stormo (eccezion fatta per il gruppo di volo), sul cui futuro prendono corpo diverse ipotesi che spaziano dalla cessione delle infrastrutture all’aviazione commerciale alla progressiva “anemizzazione” del personale sino a raggiungere l’organico minimo necessario a supportare le sole attività del 1° RMV, ente di difficile ed antieconomica ricollocazione.

Nelle more di una decisione oculata alcune importanti strutture della base come l’hangar dell’ex 3° GEV e quello della preesistente Squadriglia Collegamenti vengono temporaneamente cedute alla ditta Agusta Westland per l’assemblaggio, le prove a terra e successivamente quelle in volo del velivolo sperimentale BA-609 (convertiplano) a decollo ed atterraggio verticale.

All’organizzazione aeroportuale invece è affidato il compito di mantenere l’aeroporto efficiente ed aperto a tutto il traffico militare in transito o eventualmente rischierato, di continuare a fornire l’indispensabile supporto logistico/amministrativo agli enti insistenti sul sedime quali il 1° RMV, il 1° GRS, la Squadriglia SIOS e la Direzione Demanio e di gestire, per il solo aspetto amministrativo, tutti i reparti A.M. compresi nella circoscrizione aeroportuale, un territorio, per intenderci, comprendente Piemonte, Valle d’Aosta, parte della Liguria e della Lombardia, sul quale prestano servizio oltre 1.200 uomini e donne tra personale in uniforme e personale civile.

Ma il ruolo della storica base piemontese va finalmente delineandosi con i primi anni del 2000, quando viene scelta come sede della F.A.C.O. (Final Assembly and Chek Out) per il Joint Strike Fighter (F-35), il nuovo cacciabombardiere destinato a sostituire le tre linee tattiche costitute da Tornado, AM-X e AV-8 Harrier della Marina Militare.

Uno stabilimento concepito e realizzato in tempi da record e che, con i suoi 150.000 metri quadri coperti, occuperà buona parte del sedime posto a est della pista di volo. Al suo interno verranno per l’appunto assemblate le varie componenti del velivolo costruite nei Paesi aderenti al progetto, Italia compresa, ed il prodotto finito, l’intero F-35, dopo i necessari voli di collaudo ed accettazione, sarà pronto per la consegna, secondo accordi, ad una delle Forze Aeree facenti parte del programma.

L’Aeroporto di Cameri, con la nuova denominazione di Ce.Po.V.A. (Centro Polifunzionale Velivoli Aerotattici)  si avvia in tal modo a divenire, come lo definirà lo stesso Capo di SMA, il più importante polo logistico/manutentivo della Forza Armata, cui farà capo la manutenzione di 3° L.T. di Tornado, EFA, ed F-35 dell’intera flotta italiana, oltre che  ospite, da un lato, di una assai significativa produzione industriale (F.A.C.O.), responsabile, tra l’altro, della certificazione di qualità del cosiddetto prodotto finito (F-35).

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