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AM-X

Circolo del 53

Il cacciabombardiere AM-X nacque dalla necessità dell’Aeronautica Militare di dotarsi di un nuovo velivolo con il quale sostituire le linee G-91R/Y ed F-104G per le missioni di attacco e ricognizione. Nel 1977 lo SMA emise il requisito CBR-80, e l’anno successivo le aziende Aeritalia e Aermacchi, che stavano lavorando a progetti diversi, furono invitate a unire i loro sforzi. Nacque così il programma AM-X (Aeritalia-Macchi-Sperimentale), a cui nel luglio 1980 si unì anche la brasiliana Embraer. In origine, l’AM-X avrebbe dovuto essere acquisito in 187 esemplari dall’AM e in 79 dalla Força Aérea Brasileira, mentre la produzione veniva suddivisa tra il 46,7% all’Aeritalia, il 29,7% a Embraer e il 23,6% ad Aermacchi. A causa di un ridimensionamento economico del programma, l’AM ordinò poi solo 136 esemplari (110 monoposto e 26 biposto AMX-T, suddivisi in tre lotti), mentre la commessa brasiliana si fermò a 56 macchine. Il primo prototipo (NC. A.01, M.M. 594) volò a Caselle il 15 maggio 1984. Al quinto volo di collaudo questa macchina accusò un’avaria e andò persa in un incidente. Il collaudatore Manlio Quarantelli riuscì a lanciarsi, ma morì poco dopo per le ferite riportate. A questa macchina seguirono altri quattro prototipi italiani e due brasiliani, mentre il primo AMX-T (M.M. 55024) volò il 14 marzo 1990. Le valutazioni operative del velivolo da parte del Reparto Sperimentale iniziarono nel 1988, mentre l’anno successivo partì il riequipaggiamento dei reparti di prima linea. La prima unità a passare sul nuovo velivolo fu il 103° Gruppo, che lasciò il 2° Stormo e la base di Treviso per passare sotto il 51° Stormo a Istrana. Nel 1990-92 fu poi la volta del 132° e del 28° Gruppo del 3° Stormo, che mantennero capacità di ricognizione grazie all’integrazione del pod Orpheus, lo stesso già impiegato sull’F-104G. Nel 1991 anche il 14° Gruppo del 2° Stormo ricevette l’AM-X, trasferendosi sulla base di Rivolto. Gli ultimi due gruppi furono quindi il 13° e il 101° OCU, che furono assegnati al 32° Stormo di Amendola. I primi anni d’impiego del nuovo caccia non furono positivi, sia perché i velivoli dei primi lotti non disponevano ancora delle piene capacità operative, sia perché si manifestarono problemi all’unità propulsiva, che portarono alla perdita di alcuni velivoli e purtroppo anche di alcuni piloti. La piena operatività fu raggiunta con la maturazione delle macchine del terzo lotto, che disponevano anche della possibilità di impiegare armamento di precisione. A partire dalla metà degli anni novanta, l’AM-X è stato comunque impiegato con successo in esercitazioni internazionali e operazioni aeree reali, quali le operazioni della NATO sulla ex-Jugoslavia, a partire dal 1995, la guerra del Kosovo del 1999, le operazioni in Afghanistan nel periodo 2009-2014 e la guerra di Libia del 2011. Nel 2007 ha avuto inizio la consegna ai reparti della versione ammodernata allo standard ACOL (Adeguamento Capacità Operative e Logistiche), realizzata mediante la trasformazione di 52 esemplari, quasi tutti del terzo lotto. Con l’ACOL sono stati integrati anche i nuovi pod RecceLite (da ricognizione) e Lightening II (per targeting), e le bombe JDAM. Nel 2014 la flotta è stata consolidata presso il 51° Stormo, dove operano i gruppi 101°, 103° e 132°. Il ritiro della linea non è stato ancora deciso con precisione, ed è legato all’entrata in servizio del nuovo Lockheed F-35A Lightning II. Il velivolo in mostra a Cameri è la M.M. 7090, il secondo esemplare della produzione di serie.

Caratteristiche tecniche e prestazioni 

apertura alare: 8,80 m

lunghezza: 13,20 m

altezza: 4,50 m

superficie alare: 21,00 m2

pesi: a vuoto 6.700 Kg, massimo al decollo 13.000 Kg

motore: uno, turbofan Rolls-Royce (FIAT Avio e Celma-Cia) Spey RB 168-807, da 5.000 Kg/s

velocità massima: Mach 0.86

tangenza pratica: 13.000 m

autonomia massima: 926 Km (raggio d’azione)

armamento: un cannone M61A1 Vulcan da 20mm, sino a 3.800 Kg di bombe, razzi, missili, e altri carichi

equipaggio:  1 (2 sull’AMX-T)